Valutazione delle procedure di salvataggio negli spazi confinati
Quando viene individuato uno spazio sospetto di inquinamento o confinato (D.P.R.14 settembre 2011 n.177) è importante pianificare le operazioni di salvataggio che si potrebbero presentare.
Nella fase preliminare bisogna:
1.- Individuare i pericoli;
2.- Predisporre un’attenta analisi dei rischi;
3.- Scegliere i DPI adatti;
4.- Scegliere le attrezzature adatte per i Lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati;
Ponendo come primo obiettivo il salvataggio dell’operatore o degli operatori che si trovano in condizioni di rischio, possono essere individuate 3 fasi principali:
1. Fase di allarme;
2.- Fase di Primo Soccorso;
3.- Fase di trasporto.
Fase di allarme:
La prima procedura in caso si presentino condizioni di emergenza (malessere, perdita dei sensi, presenza di traumi) consiste nell’allertare il Preposto dell’emergenza in corso.
Il Preposto, figura responsabile e formata, analizza la situazione che gli si prospetta e deve immediatamente contattare i vigili del fuoco (115) e il servizio sanitario nazionale (118).
Da tenere sempre presente che il Preposto deve essere pronto a comunicare il proprio numero dal quale sta effettuando la chiamata ed il luogo in cui si sta verificando l’emergenza, il nome dell’azienda di cui fa parte, descrivere il tipo di incidente verificatosi e il numero di operatori che sono stati coinvolti.
Fase di Primo Soccorso:
La prima procedura di soccorso può essere effettuata dal preposto o la squadra di salvataggio (formata all’interno dell’azienda) prima dell’arrivo dei soccorsi, successivamente ad una valutazione degli ambienti.
L’operatore da soccorrere, che in precedenza era già assicurato ad un sistema di recupero (salvo alcuni casi) formato da un verricello e un demoltiplicatore di sforzo, verrà caricato su una barella che sarà agganciata al sistema di recupero. Successivamente il personale addetto al recupero dovrà una rimuovere tutti gli ostacoli, sia all’ingresso che lungo il percorso.
Durante il recupero bisogna:
1.- Mantenere un sollevamento uniforme;
2.- Evitare urti con le parti o sul varco di uscita.
Tuttavia questa operazione non sempre può essere utilizzata poiché si possono presentare delle situazioni in cui:
1.- L’operatore non risulta visibile per via della presenza di ostacoli;
2.- L’operatore non è agganciato al sistema di recupero (nel caso in cui nei luoghi di lavoro sono presenti ostacoli fissi o sporgenze che possano compromettere il passaggio in sicurezza rimanendo trattenuti).
3.- In caso di presenza di traumi gravi l’operatore va mantenuto in una posizione stabile.
Nel caso in cui non si possa recuperare l’operatore con il sistema meccanico, le squadre di soccorso dovranno accedere all’ambiente di lavoro per svolgere le operazioni in prima persona.
Successivamente al recupero, bisogna individuare un’area aperta priva di pericoli sulla quale poter svolgere le prime attività di soccorso (in attesa dei soccorsi).
Fase di trasporto
Quando arrivano i soccorsi sarà compito delle squadre di soccorso nazionale intervenire sia per ulteriori accertamenti che per il trasporto nella più vicina struttura ospedaliera.
Possibili condizioni che si possono verificare durante un’emergenza:
1.- Condizioni dell’operatore da soccorrere: L’operatore può trovarsi o in uno stato cosciente (condizione migliore) dal quale si possono ottenere informazioni riguardo lo stato di salute ed eventuali ostruzioni presenti durante il recupero, oppure ci si può ritrovare in una situazione in cui l’operatore è incosciente (condizione peggiore), dal quale non è possibile ottenere nessuna informazione sullo stato fisico e non collaborerà durante i soccorsi ;
2.- Gravità dell’incidente: riguarda la possibilità che l’operatore sia in pericolo di vita o no;
3.- Possibilità di recupero tramite sistema di recupero: bisogna considerare la possibilità che si possano verificare casi in cui l’operatore non è collegato al cavo che lo collegherebbe al sistema di recupero. Questi casi si verificano quando si ha a presenza di elementi che creino ingombri come tubazioni, valvole ecc., in questi casi i soccorritori entrano nel luogo di lavoro;
4.- Stato dei luoghi, e relativo accesso (orizzontale o verticale): l’analisi delle caratteristiche degli spazi di accesso risulta di fondamentale importanza. Possono esserci ambienti di lavoro con accesso orizzontale ( accesso a carponi) o verticale (accesso mediante funi).
L’accesso ai luoghi di lavoro dello spazio confinato possono avere configurazioni differenti, la dimensione può essere valutata in riferimento (anche se non riferite direttamente agli spazi confinati) alle norme UNI EN 547-1:1998, UNI EN 547-2:1998, UNI EN 7250:2000, dalle quali è possibile ricavare un’ellisse come figura geometrica di riferimento; si avrà la larghezza minima delle spalle di un operatore (asse maggiore) pari a 60 cm e la profondità del corpo (asse minore) pari a 45 cm.
1.- Quota dei lavori: se l’accesso si trova ad una quota rialzata rispetto al suolo le procedure di soccorso risultano più difficoltose,
2.- Spazi di manovra all’interno dello spazio confinato: bisogna analizzare preventivamente la presenza degli spazi di manovra (se si lavora in spazi ristretti).
3.- Numero degli operatori coinvolti: individuare il numero di operatori presenti all’interno dello spazio confinato, cosi da poter definire il possibile intervento.
4.- Provenienza del pericolo: individuare se il pericolo proviene dall’interno o dall’esterno dello spazio confinato.
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